Sono un epicureo...
Sono un epicureo...

O Cultura, mi hai sempre lasciato indifferente. Sordo alle tue chiamate maldestre, per te non avevo appetito. Ti vedevo in lontananza, tu, come un grosso gatto taciturno, e non ti sentivo. Non mi avevi mai toccato al cuore, mi ispiravi solamente un tiepido sentimento.
A Roubaix, in una bella Piscina, durante una visita guidata molto speciale, mi hai pizzicato e hai fatto di me un tuo fedele. Hai accarezzato i miei sensi, mi hai trasformato in un gomitolo di lana.
Mi hai piantato un seme e adesso posso sentire i colori delle tue pitture. Quadri che odorano talvolta di morte e che esalano il profumo inebriante della vita altre volte. Dei tuoi disegni fiuto le linee, delle tue sculture le curve odorose. Posso aspirare di tutti i tuoi artefatti l' esalazione di un insieme di usi. I tuoi mille sentori sono per me mille immagini, e vedo attraverso il mio naso i tuoi discorsi.
Infine posso toccare i tuoi suoni. Non sei più solamente l’immagine di un violino scordato. Adesso le tue testimonianze mi incantano lo spirito. I tuoi vocalizzi, le tue dolci melodie, la tua musica mi solleticano teneramente le meningi. La tua voce palpa vivacemente il mio encefalo, e sento per le mie mani tintinnare le tue sagge parole.
Non dimenticherò mai più di andare a vedere il tuo patrimonio gastronomico e di lasciarmi cadere dentro il tuo palato. Scruterò a lungo i tuoi aromi e squadrando i tuoi piatti vedrò brillare i loro zuccheri in un chiaro-oscuro di salsedine. Vedrò nel riflesso delle spezie tutto un mondo lontano luccicare, ed assaggerò con gli occhi il tuo dessert.
Sniff ! Gioca la melodia degli odori! Fai suonare in me quell’odore che ha tante storie tragiche da raccontare. Delle feste bucoliche sono rappresentate nell'aria dai tuoi profumi. Fai cantare in coro i profumi di una civiltà antica affinchè io, animato dal tuo flauto, possa danzare al ritmo di nuove conoscenze.
Lasciami degustare le tue materie! Adorerò divorare tutte intere le strutture dei tuoi tessuti. Voglio mangiare le posture calde delle pietre fredde delle tue statue. La mia bocca avventurosa, nella sua cerca antropologica, sgranocchia il metallo dei tuoi arnesi, e centellina i lisci vasi romani per comprenderne lo stile e l’ epoca.
Affinchè, Cultura, le tue idee si diffondano, sempre più, nel mio spirito, in fretta! Solo ora scopro la tua inclinazione sensuale. Esulto all’idea di essere aperto all'esplorazione di mondi sconosciuti. Quale ricchezza!
Adesso tocca a me trasmettere la gioia di scoprirti attraverso i tuoi sensi e condurre altri alla tua danza, dalla quale nessuno è rifiutato, perché le nostre visite non abbiano come preoccupazione che fare di tutti voi degli Epicurei!